Il ruolo del Coordinatore Genitoriale: prevenire il conflitto, proteggere i minori
- Laura Cocozza
- 4 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min

Quando i genitori separati non riescono a collaborare e il conflitto rischia di compromettere il benessere dei figli, può essere necessario un intervento esterno specializzato: il Coordinatore Genitoriale.
Figura ancora poco conosciuta in Italia ma sempre più utilizzata nei contesti di alta conflittualità familiare, il Coordinatore Genitoriale rappresenta un punto d’incontro tra il mondo della psicologia e quello del diritto.
📌 Chi è il Coordinatore Genitoriale?
Il Coordinatore Genitoriale (o Parenting Coordinator, nella letteratura anglosassone) è un professionista terzo, imparziale e qualificato, con competenze in ambito psicologico, giuridico e della gestione del conflitto.
Viene nominato nei casi in cui i genitori separati o divorziati, pur avendo in teoria una responsabilità genitoriale condivisa, non riescono a gestire efficacemente le decisioni quotidiane e coinvolgono ripetutamente il sistema giudiziario anche per questioni minime.
La Coordinazione Genitoriale nasce come intervento post-sentenza, e ha una funzione essenzialmente attuativa, di supporto e monitoraggio degli accordi già stabiliti, evitando il ricorso continuo ai tribunali.
⚙️ Cosa fa concretamente il Coordinatore Genitoriale?
Le funzioni possono variare in base al mandato, ma generalmente il Coordinatore:
Favorisce la comunicazione tra i genitori, aiutandoli a evitare escalation conflittuali;
Supporta l’attuazione degli accordi di separazione, custodia e frequentazione;
Media le divergenze su questioni ordinarie: orari, vacanze, attività scolastiche o extrascolastiche, scelte mediche non urgenti;
Aiuta a riformulare i bisogni dei figli in modo condiviso, riportando il focus sul loro benessere;
Può, in alcuni casi, proporre soluzioni pratiche o raccomandazioni non vincolanti;
Redige report periodici al giudice, se previsto dal mandato.
Importante: il Coordinatore non è un Giudice, non è un terapeuta, non esegue perizie e non sostituisce la CTU. Si colloca in una zona “ibrida” di prevenzione, gestione e contenimento del conflitto.
🧠 Quando è indicato l’intervento?
La Coordinazione Genitoriale viene proposta o disposta quando:
Il conflitto tra genitori è cronico e disfunzionale;
I minori risultano esposti al conflitto in modo diretto o indiretto (messaggeri, triangolazioni, strumentalizzazioni);
Gli accordi esistenti non vengono rispettati o generano continue contestazioni;
Le decisioni relative ai figli richiedono continue mediazioni o chiarimenti;
Il ricorso alla magistratura è frequente e improduttivo.
In Italia, può essere volontaria, proposta dalle parti in sede di mediazione, oppure disposta dal Giudice, spesso come misura “sperimentale” o innovativa in contesti critici.
👧 Qual è il vantaggio per i minori?
Numerose ricerche internazionali hanno dimostrato che non è la separazione in sé a danneggiare i figli, ma la persistenza del conflitto genitoriale dopo la rottura della coppia.
Il Coordinatore Genitoriale lavora proprio per:
Ridurre l’esposizione dei figli al conflitto diretto;
Promuovere la coerenza educativa e relazionale;
Favorire una cornice stabile e prevedibile, che rassicuri il bambino;
Aiutare i genitori a riconoscere i bisogni emotivi dei figli.
In molti casi, la sola presenza di un coordinatore esterno abbassa la tensione e riduce l’impulso alla reattività, incentivando comportamenti più funzionali e cooperativi.
📄 Come viene nominato e regolato il suo intervento?
In Italia, il Coordinatore Genitoriale non è ancora una figura formalmente prevista dal Codice Civile, ma può essere inserita:
all’interno degli accordi di separazione o divorzio consensuali;
su indicazione del giudice, tramite ordinanza;
nei protocolli dei tribunali più innovativi (es. Milano, Roma, Torino), in collaborazione con gli Ordini professionali.
Il suo ruolo viene regolato da un mandato scritto, che chiarisce:
obiettivi e limiti dell’intervento;
durata e modalità operative;
possibilità di inviare report informativi al giudice;
onorario e suddivisione delle spese tra i genitori.
📘 Quali competenze deve avere?
Il Coordinatore Genitoriale dovrebbe possedere:
formazione in psicologia giuridica o mediazione familiare;
conoscenze normative in materia di diritto di famiglia;
esperienza in dinamiche familiari conflittuali e tutela dei minori;
capacità di gestione del conflitto, negoziazione e facilitazione;
attitudine all’imparzialità e al lavoro per obiettivi.
In alcune regioni italiane, si stanno sviluppando percorsi formativi specifici e linee guida per la certificazione professionale.
🧭 Conclusioni: uno strumento di protezione, non di giudizio
Il Coordinatore Genitoriale non prende posizione, non “premia” un genitore o “punisce” l’altro. Il suo obiettivo è sostenere l’esercizio della genitorialità in contesti difficili, riducendo il danno per i figli e alleggerendo il carico del sistema giudiziario.
In una società in cui le separazioni sono sempre più frequenti e complesse, questa figura rappresenta una risorsa preziosa, capace di coniugare attenzione psicologica, competenza normativa e orientamento al benessere relazionale.
Proteggere i figli non significa evitare la separazione, ma gestirla con responsabilità.
Il Coordinatore Genitoriale può aiutare a fare proprio questo: trasformare il conflitto in un’occasione di crescita e consapevolezza genitoriale.
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