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Il danno psichico da cyberbullismo e revenge porn: aspetti clinici e forensi.

  • Immagine del redattore: PsyLex
    PsyLex
  • 4 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min



Negli ultimi anni, il fenomeno del cyberbullismo e del revenge porn (o pornografia non consensuale) ha acquisito crescente rilevanza clinica e forense, diventando una nuova frontiera nella valutazione del danno psichico.


Si tratta di forme di violenza psicologica e persecuzione digitale che, grazie alla pervasività delle tecnologie e dei social media, possono produrre esiti traumatici significativi, con impatti duraturi sulla salute mentale delle vittime.


In questo articolo analizzeremo:


  • Le manifestazioni cliniche associate a questi eventi,

  • Le peculiarità della valutazione psicologica in ambito forense,

  • I criteri per il riconoscimento e la quantificazione del danno psichico.



Cyberbullismo e revenge porn: una definizione operativa


Il cyberbullismo si configura come una forma di aggressione reiterata perpetrata tramite mezzi digitali (messaggi, social network, email), con intento di offendere, minacciare, isolare o danneggiare la reputazione della vittima.


ll revenge porn si riferisce invece alla diffusione non consensuale di immagini o video intimi, spesso in contesti di vendetta o controllo, con l’obiettivo di umiliare e distruggere l’immagine sociale della persona.


Entrambi i fenomeni presentano alcune caratteristiche comuni:


  • Persistenza (il contenuto online è difficilmente eliminabile),

  • Asimmetria di potere (la vittima spesso non ha strumenti di difesa adeguati),

  • Amplificazione del danno (potenzialmente illimitato nel tempo e nello spazio).



Impatto psicologico: sintomatologia e quadri clinici


Le conseguenze psicologiche del cyberbullismo e del revenge porn possono essere gravi e pervasive. Nella pratica clinica, si osservano frequentemente:


  • Disturbi d’ansia (ansia generalizzata, crisi di panico),

  • Disturbi dell’umore (episodi depressivi, anedonia, perdita di interesse),

  • Disturbo post-traumatico da stress (PTSD), con sintomi di iperattivazione, evitamento, intrusioni ricorrenti,

  • Sindrome ansioso-adattativa, soprattutto in fase iniziale,

  • Somatizzazioni (cefalee, disturbi gastrointestinali, insonnia),

  • Ideazione suicidaria, soprattutto nei casi di isolamento sociale e perdita della reputazione.


Il danno psichico può compromettere significativamente le aree di vita della persona: relazioni interpersonali, carriera lavorativa, autostima e progetto di vita.



La valutazione forense del danno psichico


Nel contesto forense, la valutazione del danno psichico da cyberbullismo e revenge porn richiede una metodologia rigorosa e una ricostruzione puntuale del nesso causale tra l’evento traumatico e le conseguenze psicologiche.


I passaggi fondamentali includono:


  1. Analisi anamnestica: assenza di psicopatologia pregressa e vulnerabilità clinica antecedente.


  1. Valutazione della sintomatologia attuale mediante colloqui clinici e strumenti psicodiagnostici validati (ad es. SCID-5, MMPI-2-RF, BDI-II, PCL-5).


  1. Ricostruzione del nesso causale: dimostrare la correlazione tra l’evento traumatico (cyberbullismo/revenge porn) e l’insorgenza del danno psichico.


  1. Stima del danno biologico psichico secondo le tabelle medico-legali (Milano, Roma), con quantificazione di:

    • Danno biologico permanente (percentuale di invalidità),

    • Danno biologico temporaneo (giorni di inabilità assoluta/parziale),

    • Danno morale e da pregiudizio esistenziale.



Indicazioni operative per la perizia


  • Considerare l’entità e la durata dell’esposizione al contenuto lesivo online.

  • Valutare l’impatto sulla vita sociale, scolastica o lavorativa della persona.

  • Esaminare la percezione soggettiva di minaccia, vergogna, umiliazione e paura.

  • Integrare la valutazione psicologica con documentazione oggettiva (ad esempio, screenshot, denunce, provvedimenti giudiziari).



Conclusione


Il cyberbullismo e il revenge porn rappresentano forme di violenza insidiose, capaci di generare danni psichici profondi e persistenti.


La psicologia forense ha il compito di rendere visibile l’invisibile, trasformando il vissuto soggettivo in dati clinici oggettivi e fornendo al sistema giudiziario gli strumenti per una valutazione equa e fondata del danno.

Un’analisi accurata e scientificamente fondata è essenziale per tutelare le vittime e favorire percorsi di giustizia e riparazione.



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