La credibilità del narrato: criteri psicologici utilizzati in ambito forense
- PsyLex

- 2 giorni fa
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La credibilità del narrato è un elemento centrale in molti procedimenti civili e penali. Avvocati, magistrati e consulenti si confrontano ogni giorno con racconti che devono essere analizzati, compresi e valutati in modo rigoroso.
La psicologia forense offre criteri tecnici affidabili per distinguere tra ricordi genuini, distorsioni involontarie, interpretazioni soggettive ed eventuali manipolazioni. In questo articolo approfondiamo i principali indicatori di attendibilità del racconto utilizzati nelle valutazioni forensi.
Nei procedimenti giudiziari, soprattutto in ambito familiare, civile e penale, il racconto delle parti ha un impatto significativo sulla decisione. Tuttavia, la narrazione può essere influenzata da:
stress emotivo
traumi non elaborati
conflitti familiari
bias cognitivi
disturbi psicologici
dinamiche relazionali complesse
Per questo motivo, la valutazione della credibilità del narrato richiede competenze tecniche specifiche: non si tratta di “credere o non credere”, ma di analizzare come un racconto è costruito e quanto è compatibile con il funzionamento psicologico della persona e con i dati esterni.
1. Coerenza interna: il primo indicatore di attendibilità
La coerenza interna riguarda la logica e la struttura del racconto. In psicologia forense si osserva:
assenza di contraddizioni interne significative
continuità logica tra eventi, cause ed effetti
stabilità del racconto nel tempo
presenza di dettagli realistici e non stereotipati
Una narrazione può essere emotiva, incompleta o frammentata senza perdere credibilità. Ciò che compromette l’attendibilità sono le contraddizioni essenziali, non la fatica emotiva nel raccontare.
2. Coerenza esterna: la compatibilità del racconto con i dati oggettivi
La coerenza esterna confronta la narrazione con:
documenti
testimonianze
referti medici
dati tecnici
riscontri dei servizi
Una discrepanza non significa automaticamente falsità: può derivare da stress, trauma, confusione o ricostruzioni parziali. La psicologia forense valuta se le eventuali incoerenze siano spiegabili e in che misura possono influire sull’attendibilità complessiva.
3. Vividezza della memoria: come riconoscere un ricordo genuino
La vividezza della memoria è un indicatore qualitativo, non quantitativo. L’attenzione non è sulla quantità di dettagli, ma sulla loro natura.
Elementi considerati:
presenza di dettagli sensoriali (visivi, uditivi, corporei)
spontaneità del racconto
capacità di distinguere tra percezione e interpretazione
realismo dei dettagli, non perfezione
I ricordi autentici tendono a contenere imperfezioni che li rendono più credibili; al contrario, narrazioni troppo lineari o artefatte sollevano dubbi sulla genuinità.
4. Compatibilità emotiva: il rapporto tra vissuto e contenuto
La compatibilità emotiva valuta se le emozioni espresse siano coerenti con ciò che viene raccontato.
Analizziamo:
intensità emotiva rispetto agli eventi
congruenza tra contenuto e tono emotivo
eventuali reazioni dissociative o evitanti
coerenza tra linguaggio verbale e non verbale
Nel trauma, per esempio, è frequente narrare eventi gravi con apparente freddezza: la compatibilità emotiva va quindi interpretata sempre alla luce del funzionamento psicologico individuale.
5. Stile narrativo: struttura, modulazione e qualità del discorso
Lo stile narrativo è un ulteriore indicatore di attendibilità. In psicologia forense osserviamo:
linearità o frammentazione
presenza di schemi assolutizzanti (“sempre”, “mai”)
tendenza alla drammatizzazione o minimizzazione
rigidità nella narrazione
continui cambi di prospettiva non contestualizzati
Uno stile disorganizzato non è necessariamente indice di non credibilità: può essere correlato a stress, ansia o disturbi psicologici. L’analisi deve integrare contenuto, forma e funzionamento emotivo.
La valutazione della credibilità del narrato non è un giudizio morale
L’obiettivo della psicologia forense non è stabilire se una persona “dice la verità”, ma:
valutare la qualità del racconto
analizzare la coerenza interna ed esterna
identificare eventuali distorsioni involontarie
misurare la compatibilità con il funzionamento psicologico
riconoscere indicatori di simulazione o dissimulazione
Si tratta di un’analisi tecnica, basata su criteri scientifici e protocolli riconosciuti.
Perché questi criteri sono essenziali per avvocati, magistrati e consulenti
Comprendere i criteri di valutazione della credibilità del narrato permette di:
orientare meglio la strategia processuale
prevenire errori interpretativi
valutare la coerenza del cliente prima di una CTU
identificare vulnerabilità o distorsioni psicologiche
aumentare la qualità complessiva della rappresentazione dei fatti
In un sistema processuale sempre più orientato alle narrazioni soggettive, la competenza psicoforense diventa uno strumento indispensabile per chi opera nel diritto.





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