Nuova legge sul femminicidio e CTU: rischi di valutazioni distorte e ruolo di CTU e CTP.
- PsyLex

- 25 lug
- Tempo di lettura: 3 min

La recente approvazione della legge sul femminicidio (Luglio 2025, DDL S.1433) rappresenta una svolta storica nella tutela delle donne vittime di violenza di genere.
Con l’introduzione dell’art. 577-bis c.p., il femminicidio diventa reato autonomo, punito con l’ergastolo per chi uccide una donna per odio di genere o per limitarne libertà e autodeterminazione.
Anche la gestione delle attenuanti è più rigida, con pene mai inferiori a 24 anni (con una sola attenuante) o 15 anni (con più attenuanti).
La riforma, inoltre, rafforza i diritti delle vittime:
Audizioni tempestive nei procedimenti “codice rosso”;
Diritto a essere informate su scarcerazioni e patteggiamenti;
Estensione delle aggravanti a reati collegati, come maltrattamenti, stalking, violenza sessuale e diffusione di immagini intime.
Queste novità segnano un passo decisivo verso una giustizia più attenta alle dinamiche di violenza di genere, anche nei procedimenti civili di separazione e affidamento.
CTU nei procedimenti di separazione: uno strumento delicato
Quando in una separazione o in una causa di affidamento vengono allegati episodi di violenza domestica, il giudice si affida spesso a una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) per approfondire le dinamiche familiari e valutare il miglior interesse del minore.
Il nuovo Codice di Procedura Civile (artt. 473-bis.40-46 c.p.c.) prevede che, in tali casi, il CTU debba avere competenze specifiche sulla violenza di genere e sulle dinamiche familiari disfunzionali.
Tuttavia, nella pratica, non sempre questi requisiti sono rispettati: valutazioni frettolose o l’utilizzo di teorie non riconosciute (come la PAS – Parental Alienation Syndrome, non validata scientificamente) possono portare a conclusioni distorte.
CTU “annunciata”: un rischio concreto
Si parla di CTU “annunciata” quando la valutazione appare “preconfezionata”, con conclusioni già orientate, senza una reale analisi individuale delle parti.
I rischi principali sono:
Riduzione del contraddittorio tecnico e scarsa trasparenza;
Tendenza a screditare la vittima di violenza, etichettandola come “madre ostacolante”;
Mancanza di ascolto protetto e strumenti adatti per valutare il minore;
Vittimizzazione secondaria, cioè una nuova forma di trauma generata dal processo giudiziario stesso.
Dati recenti mostrano che nel 61% dei casi le conclusioni della CTU vengono accolte dal tribunale senza modifiche, anche quando ci sono errori metodologici. Nel 90% delle CTU si rilevano concetti non scientifici legati all’alienazione parentale, e in circa l’11% dei casi le madri vittime di violenza subiscono limitazioni alla responsabilità genitoriale.
Il ruolo del CTU: competenza e neutralità
Il Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) deve garantire:
Neutralità e imparzialità, senza pregiudizi o schemi rigidi;
Conoscenze avanzate su violenza domestica e tutela dei minori;
Utilizzo di strumenti diagnostici e protocolli scientificamente validati (come la Convenzione di Istanbul);
Capacità di condurre un ascolto protetto e rispettoso delle esigenze emotive dei bambini.
Un CTU preparato non solo fornisce al giudice un quadro oggettivo, ma contribuisce a proteggere i soggetti più vulnerabili dal rischio di ulteriori traumi.
Il ruolo del CTP: difendere il contraddittorio
Il Consulente Tecnico di Parte (CTP) ha una funzione fondamentale di vigilanza:
Analizza il lavoro del CTU, segnalando eventuali errori o incongruenze;
Presenta osservazioni e controvalutazioni basate su evidenze scientifiche;
Supporta l’avvocato nel garantire una tutela piena del cliente, in particolare nei casi di violenza di genere.
La presenza di un CTP esperto permette di riequilibrare il procedimento tecnico, evitando che la voce della parte venga soffocata da valutazioni unilaterali.
PsyLex: protezione nei contesti più delicati
PsyLex supporta avvocati, famiglie e professionisti con un approccio integrato di psicologia forense e tutela tecnica, offrendo:
Consulenze tecniche preventive per analizzare il contesto e preparare al meglio il procedimento;
Assistenza come CTP qualificato, attento alla protezione delle vittime e al miglior interesse del minore;
Report e valutazioni basati su criteri scientifici, evitando interpretazioni arbitrarie.
Il nostro obiettivo è garantire che ogni valutazione psicoforense sia etica, neutrale e fondata sulle evidenze, riducendo i rischi di una CTU distorta o “annunciata”.
Conclusioni
La nuova legge sul femminicidio rappresenta una sfida e un’opportunità: il sistema giudiziario deve adeguarsi, anche nei procedimenti civili, a una maggiore sensibilità verso la violenza di genere.
In questo contesto, la competenza del CTU e del CTP è decisiva per garantire valutazioni corrette, tutelare i minori e proteggere chi ha già subito violenza.





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