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Psicologo forense e risarcimento del danno: cosa sapere. Il ruolo dello psicologo nelle cause civili per danno psichico.

  • Immagine del redattore: PsyLex
    PsyLex
  • 10 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

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Quando si parla di risarcimento del danno in ambito civile, si pensa subito a incidenti stradali, infortuni sul lavoro, errori medici o situazioni di maltrattamento.


Ma in molte di queste vicende, accanto al danno fisico o materiale, può esserci anche un danno di tipo psicologico: ansia, depressione, disturbi post-traumatici, perdita della qualità della vita.


In questi casi entra in gioco una figura specifica: lo psicologo forense. Ma chi è? Che ruolo ha nei procedimenti per danno psichico? E come si valuta un disagio psicologico ai fini di un risarcimento?


Vediamolo insieme.


Chi è lo psicologo forense?


Lo psicologo forense è uno psicologo esperto nell’applicazione della psicologia in ambito giudiziario. Lavora su incarico del Giudice (come Consulente Tecnico d’Ufficio, CTU) oppure di una delle parti in causa (come Consulente Tecnico di Parte, CTP), e ha il compito di fornire valutazioni tecniche in situazioni che richiedono competenze psicologiche.


Nel contesto di una causa civile per risarcimento del danno, lo psicologo forense è chiamato a valutare l’esistenza, la natura e l’entità di un danno psichico conseguente a un evento traumatico o lesivo.



Quando si parla di "danno psichico"?


Il danno psichico (o danno non patrimoniale di tipo psicologico) può derivare da:


  • incidenti stradali (es. attacchi di panico, ansia, disturbi post-traumatici dopo un grave sinistro);

  • errori medici (es. shock psicologico per diagnosi errate o interventi invasivi mal gestiti);

  • mobbing sul lavoro (es. depressione o ansia cronica causata da molestie o pressioni psicologiche);

  • violenza fisica o sessuale (es. sindromi post-traumatiche);

  • maltrattamenti o trascuratezza in ambito familiare;

  • perdita improvvisa di una persona cara in condizioni traumatiche.


Cosa fa lo psicologo forense in questi casi?

Il lavoro dello psicologo forense consiste in una valutazione clinica e tecnico-scientifica. In particolare, egli:

  1. Ricostruisce la storia dell’evento traumatico, valutando la sua gravità, le circostanze e l’impatto soggettivo;

  2. Valuta le condizioni psichiche attuali del soggetto, tramite colloqui clinici, test psicodiagnostici e raccolta di documentazione medica e terapeutica;

  3. Stabilisce un nesso causale tra l’evento lesivo e il disagio psicologico (cioè se e quanto il trauma ha effettivamente causato il danno psichico);

  4. Stima la durata e la rilevanza del danno, distinguendo tra danno temporaneo e permanente;

  5. Esprime un parere tecnico (nella relazione peritale) utile al giudice per stabilire l’eventuale risarcimento.


Come si misura il danno psichico?

A differenza del danno fisico, il danno psicologico non si vede. Ma questo non significa che non sia grave o reale. La valutazione si basa su strumenti clinici e diagnostici standardizzati, come:

  • colloqui psicodiagnostici approfonditi;

  • test di personalità e strumenti per la valutazione del trauma (es. MMPI-2, CAPS, SCID, ecc.);

  • scale di valutazione del funzionamento psicosociale;

  • cartelle cliniche, certificati medici, referti terapeutici.

In alcuni casi, si può anche stimare un grado di invalidità psichica permanente, secondo criteri medico-legali (es. tabelle Inail, medico-legale) integrati con la valutazione psicologica.



Alcuni esempi concreti


  • Paola, 36 anni, ha subito un’aggressione durante una rapina: da allora soffre di disturbi post-traumatici con evitamento e ansia generalizzata. Lo psicologo forense conferma il nesso causale tra l’evento e i sintomi, stimando un danno permanente al 10%.

  • Marco, 45 anni, è stato vittima di mobbing sul lavoro per anni. Dopo la perdita del lavoro, ha sviluppato un episodio depressivo maggiore. Il CTU riconosce l’origine lavorativa del danno e consiglia risarcimento per danno biologico psichico.

  • Sara, 16 anni, ha perso la madre in un incidente stradale grave. Da allora presenta crisi d’ansia e ritiro sociale. La consulenza valuta il disagio e suggerisce supporto terapeutico, oltre al risarcimento danni per perdita del legame affettivo.



Conclusioni


Il danno psicologico può avere un impatto profondo sulla vita delle persone, anche quando non è immediatamente visibile. In ambito giuridico, riconoscere e valutare correttamente questo tipo di sofferenza è fondamentale per garantire giustizia e tutela della salute psicologica.


Lo psicologo forense, con le sue competenze cliniche e metodologiche, gioca un ruolo chiave in questo processo. Il suo lavoro aiuta il giudice a comprendere la portata del danno e a quantificare il risarcimento in modo equo e fondato.

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