La CTU Psicologica dopo la Riforma Cartabia. Come cambia la Consulenza Tecnica in ambito familiare e minorile.
- Laura Cocozza
- 20 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 6 mag

La Riforma Cartabia (D. Lgs. 149/2022), entrata in vigore il 28 febbraio 2023, ha apportato cambiamenti significativi al processo civile, con una particolare attenzione ai procedimenti in materia di famiglia, minori e responsabilità genitoriale.
Uno degli ambiti più direttamente interessati dalla riforma è quello della Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) in ambito psicologico, che viene ora ridefinita in un’ottica di maggiore chiarezza, tutela dei diritti e centralità del minore.
Contesto normativo: cosa dice la riforma?
Nel nuovo impianto normativo, i procedimenti relativi alla famiglia sono raccolti in un rito unitario per le persone, i minorenni e le famiglie (Libro II-bis del codice di procedura civile), che uniforma le regole processuali e garantisce tempi più certi e strumenti più efficaci per la tutela dei soggetti coinvolti.
In particolare, gli articoli 473-bis.1 e seguenti disciplinano:
la designazione del Giudice e del Tribunale competente,
la valutazione anticipata delle condizioni del minore e dei genitori,
e, soprattutto, la nomina del Consulente Tecnico e il ruolo dell’ascolto del minore.
Che cos’è la CTU psicologica?
La Consulenza Tecnica d’Ufficio psicologica è un accertamento peritale disposto dal giudice che si avvale della competenza di un esperto (psicologo o psicoterapeuta) per approfondire aspetti relazionali, educativi, affettivi o psicologici che incidono sulle decisioni riguardanti la responsabilità genitoriale, l’affidamento e il benessere del minore.
La CTU non è una terapia né una valutazione diagnostica in senso stretto, ma uno strumento valutativo finalizzato al processo.
Le principali novità post-Cartabia
1. CTU più precoce e più centrale
Con la riforma, il giudice può disporre la nomina del CTU anche prima della prima udienza (art. 473-bis.8 c.p.c.), per raccogliere informazioni fondamentali già nella fase introduttiva del procedimento.
Questo implica una maggiore attenzione preventiva alla situazione del minore e consente al Tribunale di adottare provvedimenti temporanei più informati.
2. Formalizzazione del diritto all’ascolto del minore
L’ascolto del minore non è più facoltativo o marginale.
La legge impone che, ogni volta che si prendano decisioni che lo riguardano direttamente, il minore venga ascoltato secondo le modalità più adeguate alla sua età e maturità (art. 473-bis.5 c.p.c.).
Il CTU può essere delegato all’ascolto, che deve avvenire in un contesto protetto, con competenze specifiche e con la possibilità di integrare la figura di un esperto dell’ascolto del minore.
3. Quesiti più chiari e delimitati
Il Giudice deve formulare quesiti precisi e tecnicamente adeguati, evitando richieste generiche o valutazioni morali.
Esempio corretto:
"Valuti il CTU la qualità della relazione tra il minore X e ciascuno dei genitori, con particolare riferimento alle capacità di contenimento, accudimento e riconoscimento emotivo."
Esempio scorretto:
"Valuti il CTU quale genitore è più adatto a tenere il figlio."
4. Tempi e trasparenza metodologica
Il CTU ha 90 giorni per completare la relazione (salvo proroghe motivate), e deve indicare metodi utilizzati, strumenti, modalità dei colloqui e criteri interpretativi.
La metodologia deve essere trasparente e replicabile, con indicazione chiara dei limiti della valutazione e delle fonti utilizzate.
5. Ruolo attivo dei CTP (Consulenti Tecnici di Parte)
La riforma valorizza la partecipazione dei consulenti di parte. I CTP devono essere nominati entro 10 giorni dalla comunicazione della nomina del CTU, e partecipano attivamente agli incontri, segnalano criticità metodologiche, producono osservazioni e memorie.
La funzione psicologica della CTU
La CTU psicologica ha come obiettivo principale quello di esplorare le dinamiche familiari e i vissuti soggettivi dei minori, per aiutare il giudice a prendere decisioni orientate al benessere psicofisico del figlio.
Alcuni ambiti specifici di valutazione:
Capacità genitoriali (affettive, educative, relazionali)
Conflitto di lealtà o alienazione parentale
Eventuali situazioni di rischio o trascuratezza
Disponibilità alla cooperazione educativa tra i genitori
Impatto psichico di provvedimenti come cambio di collocamento, trasferimento, ecc.
Implicazioni operative per i professionisti
Per il Giudice:
Maggiore potere di intervento precoce;
Obbligo di curare la formulazione dei quesiti;
Obbligo di motivare la nomina e la scelta dell’esperto.
Per il CTU psicologo:
Maggiore responsabilità metodologica e deontologica;
Obbligo di rispetto della tempistica e della trasparenza;
Ruolo fondamentale nell’ascolto e nella lettura del mondo interno del minore.
Per avvocati e genitori:
Necessità di comprendere la natura valutativa della CTU;
Possibilità di proporre la nomina di un CTP esperto;
Maggiore coinvolgimento nella preparazione e lettura del percorso.
Conclusioni
La CTU psicologica post-Cartabia è uno strumento raffinato e delicato, che richiede competenze tecniche, sensibilità relazionale e rigore metodologico.
La riforma ha avuto il merito di delineare confini più chiari e regole più definite, a tutela dei minori e della qualità delle decisioni giudiziarie.
In questo nuovo assetto, il ruolo dello psicologo forense diventa ancora più cruciale: interprete dei legami, ponte tra sistemi (giuridico e familiare), garante del diritto del minore a crescere in un ambiente che favorisca il suo benessere e sviluppo armonico.
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